Si è svolto in Umbria, dal 14 al 16 ottobre, il primo G7 Inclusione e Disabilità ospitato dall’Italia.
È stata un’occasione per valorizzare l’esperienza italiana nelle politiche per l’inclusione e del ruolo della cooperazione sociale in un settore importante come quello della disabilità. Un G7 “a porte aperte”, per renderlo il più partecipato possibile e per promuovere la sensibilizzazione sul tema, ove erano presenti numerose istituzioni, organizzazioni di rappresentanza, enti del terzo settore, accademici oltre che persone con disabilità e cittadini. La giornata del 14 ottobre è stata dedicata alla cerimonia inaugurale, con interventi e spettacoli, e lungo la via principale di Assisi erano presenti diverse associazioni e cooperative sociali con i propri stand. Anche Confcooperative Federsolidarietà era presente, con il Presidente Stefano Granata e lo staff nazionale, per presentare progetti e attività insieme a Roberta Veltrini, Presidente di Federsolidarietà Umbria e della cooperativa sociale di inserimento lavorativo Frontiera Lavoro e Giorgia Sordoni, Presidente di Federsolidarietà Marche e della cooperativa sociale Centro Papa Giovanni XXIII che offre servizi alle persone con disabilità. Tra le cooperative sociali venute ad esporre i prodotti lavorati dagli utenti con disabilità: La Semente, Fattoria Sociale, Terre Umbre che hanno portato pasta, legumi, conserve, vino e birra; Fricchiò che ha offerto dei dolcetti al vino a tutti gli avventori; Mir che ha esposto borse e sacche confezionate artigianalmente. La cooperativa sociale Cava Rei, col suo truck “Chicchiamo”, ha servito food e gin tonic ai partecipanti. Confcooperative Federsolidarietà ha anche partecipato, con il suo presidente, alla giornata del 15 ottobre dedicata ai lavori preparatori di stesura della Carta di Solfagnano, sottoscritta dai ministri dei Paesi del G7 il giorno seguente. Dalla Carta apprendiamo che l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità diventa una priorità nelle agende di tutti i Paesi partecipanti all’evento. Le otto priorità individuate sono la strada, da percorrere in uno spirito di massima collaborazione, per raggiungere il traguardo della partecipazione delle persone con disabilità alla vita civile, sociale, economica, culturale e politica dei paesi. Così, nel riconoscimento della necessità dell’integrazione tra interventi sanitari, assistenziali e sociali, si sancisce l’impegno nel ridurre la burocrazia per semplificare l'accesso ai servizi, riconoscendo il ruolo centrale degli enti esperti del settore nell’attuazione di progetti di vita indipendente e promuovendo una loro rete di collaborazione e scambio di conoscenze. E uno degli strumenti che rende possibile il raggiungimento dell’indipendenza, la realizzazione di progetti di vita personali, non solo in termini di economici, ma anche rispetto al benessere sociale e alla qualità della vita, è l’inclusione lavorativa. “Riconosciamo l'esperienza e la competenza delle imprese e delle organizzazioni del terzo settore, in particolare quelle guidate da persone con disabilità, e il loro ruolo nell'attuare pratiche di impiego inclusivo per le persone con disabilità, specialmente nel quadro dell'economia sociale. Sosterremo questi modelli organizzativi che mettono le persone con disabilità al centro e mirano allo sviluppo dei talenti e delle competenze di ciascuna persona.” In linea, dunque, col movimento della cooperazione sociale e proprio sul punto, all’apertura dei lavori, Stefano Granata commentava come le cooperative sociali riescano ad assumere soggetti “svantaggiati” progettando la loro crescita professionale, assistendoli nelle difficoltà al fine di renderli autonomi e permettergli, così, di inserirsi attivamente nella comunità. Questo rende possibile una società più coesa e contribuisce allo sviluppo economico, eliminando le barriere che portano all’esclusione sociale e alla disoccupazione. Ancora, sottolineando la vena d’innovazione, l’esperienza e la professionalità dei cooperatori, Stefano Granata rimarca la qualità raggiunta dai progetti di inclusione, poiché vi è la salute, la cura e l’assistenza ma anche il lavoro, con pieno beneficio dell’utente e della famiglia. L’impegno quotidiano di tutte le cooperative sociali che lavorano per e con le persone con disabilità può dirsi, alla chiusura di questo evento, elevato al giusto livello di importanza e priorità nelle agende dei Paesi del G7. Ora bisogna lavorare per rendere effettivi e fruibili tutti gli obiettivi fissanti grazie a questo grande evento, auspicando nel maggiore coinvolgimento dell’economia sociale alla trasformazione culturale di cui tanto si parla. Nelle conclusioni della Carta di Solfagnano si legge: “L'inclusione della disabilità è un elemento essenziale per uno sviluppo sostenibile, e siamo determinati a intensificare la nostra azione affinché nessuno venga lasciato indietro”.